Federico di  Giorgi

Federico di Giorgi

"A proposito del Teatro". Tre interviste a personalità illustri del settore.

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In attesa della futura riapertura dei teatri e della ripresa degli spettacoli dal vivo, l'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno e Dolomiti Lab S.r.l. Impresa Sociale, ente del terzo settore che ha aperto lo spazio d'innovazione Dolomiti Hub a Fonzaso, organizzano insieme un'occasione di dialogo e approfondimento sul mondo del teatro e dello spettacolo italiano, attraverso alcune tra le sue personalità più rilevanti. 

L'associazione Culturale Teatro del Cuore promuove da oltre vent'anni la cultura teatrale nel territorio delle Dolomiti Bellunesi organizzando corsi di teatro, di lettura espressiva, dizione e scrittura creativa per adulti e giovani. 

Dolomiti Hub, invece, nonostante sia nato solo nel 2020, ha già al proprio attivo un notevole palinsesto di eventi culturali, sia in presenza sia online, e nei prossimi mesi nell'ex opificio in via Monte Vallorca 9 a Fonzaso, dopo un percorso di rigenerazione in corso, aprirà anche una sala teatro e cinema. 

Dalla sinergia tra queste due realtà culturali e dalla comune considerazione del teatro come "arte dell'incontro" ed elemento di socialità culturale, nasce così una rassegna monotematica di tre eventi online, dal titolo "A Proposito del Teatro", che in tre venerdì sera di questo mese (16, 23 e 30 aprile) alle ore 21.00 vedrà come protagonisti un attore pluripremiato (Tindaro Granata), un pluripremiato regista (Alessandro Serra) e un importante critico teatrale (Claudia Cannella), tutti intervistati dal poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore feltrino Roberto Faoro.

Le conversazioni online, a cui si potrà partecipare gratuitamente collegandosi alla pagina Facebook o al canale Youtube di Dolomiti Hub, consentiranno al pubblico appassionato di teatro di guardare questo linguaggio artistico da una prospettiva diversa, oltrepassando la linea che divide palco e platea, ascoltando la voce di chi gli da forma come regista, attore o critico.  

Il programma

16 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A TINDARO GRANATA.

Nato a Tindari (ME) nella seconda metà del 900, si diploma all'Istituto per Geometri di Patti e, appena ventenne, si imbarca su Nave Spica in qualità di Meccanico Artigliere. Dopo aver trascorso un anno in mare, nel 1999 si trasferisce nella Capitale con il sogno di iniziare a fare teatro. 

Pur non avendo alcuna formazione accademica, il suo percorso inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo "Pulcinella". A seguito di un grave incidente ad un ginocchio, fu costretto a sospendere la sua attività per un periodo di tempo prolungato, ricominciando con fatica, ma trovando sempre sulla strada professionisti che l'hanno aiutato a rimettersi in gioco, continuando a crescere. 

Nel 2009 si trasferisce a Milano dove incontra Carmelo Rifici, con il quale inizia una proficua collaborazione in diversi spettacoli come "Il Nemico" e "La Testa del Profeta" per il Festival di San Miniato, "Il Gatto con gli Stivali" e "Giulio Cesare" messi in scena al Piccolo Teatro di Milano, "Federa" di Euripide per il Festival del Dramma Antico di Siracusa. 

In veste di drammaturgo / regista / attore esordisce nel 2011 con "Antropolaroid" uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, che gli vale la "Menzione Speciale" al concorso Borsa Teatrale Anna Pancirelli, il Premio "ANCT 2011" conferito dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come "Miglior Spettacolo d'Innovazione" e, infine, il Premio "Fersen" in qualità di attore creativo. 

23 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA AD ALESSANDRO SERRA.

Avvicinatosi al mondo del teatro attraverso gli esercizi di trascrizione per la scena delle opere cinematografiche di Ingmar Bergman, si forma come attore a partire dallo studio delle azioni fisiche e dei canti vibratori nel solco della tradizione di Grotowski, per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho'Id e Decroux

In seguito integra la sua formazione teatrale con le arti marziali, disciplina che pratica sin da giovanissimo. Nel frattempo si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo all'Università la Sapienza di Roma, con una tesi sulla drammaturgia dell'immagine. 

Nel 1999 fonda la Compagnia TeatroPersona, con la quale comincia a mettere in scena le proprie opere che scrive e dirige, curandone scene, luci e costumi. Tra il 2006 e il 2011 il suo costante lavoro di ricerca sulla scena come puro fatto metrico, si concretizza in una trilogia del silenzio composta dagli spettacoli Beckett Box, Trattato dei Manichini (Premio ETI Nuove Creatività e Premio di Scrittura di Scena Lia La Pini) e Aure.

Nel 2009 prende forma la sua prima opera per l'infanzia, il Principe Mezzanotte, presentato in oltre 20 repliche in Italia e all'estero. 

Nel 2013 crea il "Grande Viaggio" (Premio del Pubblico al FIT Festival di Lugano), mentre nel 2015 L'Ombra della Sera" e "H+G", premio Eolo 2015. 

Ma il successo della sua carriera arriva nel 2017 con lo spettacolo "Macbettu", tratto dall'opera di Shakespeare e recitato in lingua sarda, che gli vale il Premio ANCIT 2017 come miglior attore dell'anno. Al MESS Festival di Sarajevo Macbettu trionfa con la Golden Mask - Oslobodenje, oltre al Luka Pavlovic Theater Critics e, infine, il Grand Prix Golden Laurel Wreath Award ad Alessandro Serra, come miglior regista. 

30 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A CLAUDIA CANNELLA.

Attuale presidente di Hystrio - Associazione per la Diffusione della Cultura Teatrale, si laurea in Lettere Moderne all'Università di Pavia, conseguendo il dottorato di ricerca in Storia del Teatro all'Università di Firenze. Giornalista pubblicista dal 1992, è collaboratrice fissa per quanto riguarda il teatro di prosa del Corriere della Sera e del suo inserto ViviMilano. 

Sempre in ambito teatrale ha collaborato con Pass Milano, Ridotto, Ricordi Oggi, Il Castel di Elsinore, Drammaturgia, Il Patologo, Teatri della Diversità, oltre che con la Scuola Paolo Grassi, con il Teatro Franco Parenti, con l'Università Statale / Scienza della Musica e dello Spettacolo e con il Comune di Milano, dove è entrata anche a far parte della Commissione di Valutazione del Sistema delle Convenzioni Teatrali. 

Moderatrice dal 2017 degli incontri con gli artisti della Biennale Teatro di Venezia, ha fatto e tuttora fa parte della giuria di alcuni premi teatrali come Premio Hystrio, Premio UBU, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT). Dal 2016 riveste anche il ruolo di vice presidente ANCT. 

 

 

 

 

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Victor Hugo "Il teatro non è il paese della realtà".

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"Il Teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto la terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco". 
(Victor Hugo)

Victor Hugo, uno strumento ribelle in nome dell'umanità.

Il maggior esponente del Romanticismo francese! Nato agli inizi dell'Ottocento dal generale Joseph Leopold Hugo e da Sophie Trebuchet, Victor Hugo trascorre l'infanzia quasi sempre in viaggio, al seguito delle campagne militari dal padre in Corsica, all'Elba e in Spagna, dove per un anno fu scolaro del prestigioso Collegio dei Nobili a Madrid. Dei vari luoghi visitati, serberà la memoria per tutta la vita. 

Dal 1815 al 1818, visse a Parigi nel Convitto Cordier, dove l'autoritario padre volle che preparasse gli esami d'ammissione all'Ecole Polytecnique. Ma l'interesse del figlio era ben altro. Hugo uscì dall'istituto con l'idea di dedicarsi alla letteratura, dando vita nel 1819 al foglio "Il Conservatore Letterario"

Nel 1822 convolò a nozze con l'amica d'infanzia Adele Foucher, dalla quale ebbe in seguito cinque figli. Quest'anno segnò anche la pubblicazione della sua prima opera letteraria "Odi e Poesie Diverse", che gli fruttò dal re Luigi XVIII una pensione di 1000 franchi, accresciuta nel 1823 in seguito alla stesura dell'opera "Han D'Islande".

A soli cinque anni di distanza, Hugo scrisse quello che ancora oggi viene considerato il manifesto del movimento romantico in Francia, la prefazione del suo autentico dramma Crowell, una pièce che scardina letteralmente il teatro classico, per mettere in scena le nuove idee romantiche. 

Nel 1829 pubblica "L'ultimo giorno di un condannato a morte", un'acerba critica sulla pena di morte che diventerà una delle battaglie più grandi della vita di questo scrittore. Un anno dopo mise in scena il dramma Errani, musicato poi da Giuseppe Verdi, che rappresenterà il vero trionfo del Romanticismo. 

Nonostante questi prestigiosi successi, la sua produzione letteraria continuò instancabilmente con la composizione di altre opere liriche, teatrali, e il celebre romanzo Notre Dame De Paris (1831) che può essere considerato un vero e proprio affresco storico della pittura di Luigi XI, non molto cambiata da quella di oggi. Una Parigi per lo più contradditoria, come tutte le grandi città, che nella bellissima Cattedrale di Notre Dame riassume l'arte e il cuore del Medioevo, pronta a sfidare il tempo e la stupidità di quei piccoli uomini moderni che osano toccare i monumenti greci. Contro questi vandali, lo scrittore non ha mai posto alcun ritegno. 

La vita di Victor Hugo venne sconvolta nel 1843 da un lutto tragico e doloroso, la morte per annegamento della figlia Leopoldine e del genero. Questo particolare avvenimento abbinato all'insuccesso della sua opera teatrale, lo condusse ad un profondo periodo di depressione che, inevitabilmente, segnò la sua carriera creativa per ben dieci lunghi anni.

Successivamente nel 1852 il colpo di Stato di Napoleone III, costrinse lo scrittore a pagare con l'esilio la sua ostinata opposizione al regime. Di conseguenza, fu costretto a rifugiarsi nelle Isole Normanne, dove vi rimase fino alla tragica fine del Secondo Impero.

Durante questo periodo scrisse una delle sue opere più significative "I Miserabili", pubblicato dopo oltre diciassette anni di instancabile lavoro, oltre a "L'uomo che ride", "I lavoratori del mare" e "La leggenda dei secoli". Dopo la caduta di Napoleone III, Victor Hugo fece rientro a Parigi, dove venne accolto trionfalmente e onorato come vate della Patria.

Il 22 maggio 1855 segna la data della morte di questo illustre scrittore, poeta e drammaturgo, ritenuto il maggior esponente del Romanticismo francese. Le sue esequie furono un'apoteosi: la sua salma venne lasciata per una notte intera sotto l'Arco di Trionfo dei Campi Elisi, vegliata costantemente da dodici poeti. 

 

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Il talento di Mattia Cremonese sbarca a New York.

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Credere fino in fondo al proprio talento! E' ciò che ha fatto Mattia Cremonese, giovane diciottenne di Pedavena con un'innata passione per il teatro, il canto e la danza, ma soprattutto per il musical, un genere di rappresentazione nato negli Stati Uniti tra l'Ottocento e il Novecento, che incorpora e abbraccia tutte queste discipline. 

Un ragazzo perspicace che, dopo aver terminato l'ultimo anno di scuola superiore, è pronto a spiccare il volo per realizzare il proprio sogno: pochi giorni fa ha saputo di essere stato selezionato per una borsa biennale alla prestigiosa American Musical And Dramatic Academy (AMDA), un conservatorio universitario privato per le arti dello spettacolo situato a New York City e Los Angeles.

La formazione artistica di Mattia è cominciata proprio con il poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore Roberto Faoro, anima e motore dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore, dove ha potuto portare in scena ben quattro spettacoli.

Nel frattempo Mattia Cremonese ha iniziato anche ad avvicinarsi al mondo del canto frequentando la Scuola di Musica Francesco Sandi e, al contempo, anche alla danza grazie all'incontro con Anna Argenti di Zero Gravity Pilates And Dance di Feltre.

Ma in tutto questo il musical è diventato presto il suo vero obiettivo, dato che nel nostro Paese questo genere non è ancora particolarmente conosciuto e apprezzato. Una volta scoperto, è stato amore a prima vista: Mattia ha iniziato ad appassionarsi guardando soprattutto spettacoli stranieri, con un occhio di riguardo per quelli di Broadway, arrivando presto alla conclusione di mettersi in gioco tentando la sfida di entrare in un'accademia estera, cercando le biografie degli attori che più lo appassionavano per scoprire dove avessero studiato. 

Da questa ricerca, la scelta dell'accademia newyorkese. L'AMDA nel suo sito web ha un'intera sezione dedicata agli studenti internazionali. Questo particolare ha colpito subito l'attenzione di Mattia, che ha potuto constatare con i suoi occhi di possedere tutti i requisiti per entrare in questa scuola.

Preso dall'entusiasmo, l'audace giovane decide di iscriversi iniziando a seguire qualche Open House online, informandosi sui corsi e audizioni. Per essere ammessi era richiesto di preparare una canzone tratta proprio da un musical e un monologo teatrale, ovviamente tutto in lingua inglese. 

Oltre a tutto questo, un'intervista personale e la scrittura di un'autobiografia composta da un massimo di 500 - 700 parole. Lo scorso 15 gennaio è stato il grande giorno dell'audizione di Mattia via Zoom. Dopo essersi esibito e aver risposto ad una serie di domande, ha ricevuto via email la tanto attesa conferma di essere stato selezionato come studente alla prestigiosa Accademia, ricevendo il plico con il certificato di accettazione.

Le lezioni inizieranno il 18 ottobre: Mattia per il momento frequenterà i primi due anni, conseguendo il certificato professionale di conservatorio. Successivamente il suo percorso accademico potrà proseguire ottenendo la laurea in arti performative.

Roberto Faoro e il forte legame con Mattia Cremonese.

La storia di Mattia è un bellissimo messaggio per i più giovani. Parola di Roberto Faoro, suo primo maestro. In un momento di forte smarrimento e depressione generale, Mattia è la testimonianza che "si può fare". Ha avuto forte determinazione e coraggio nel provare ad inseguire un suo sogno, senza mai scoraggiarsi di fronte a problemi e difficoltà. Poi se l'hanno preso, vuol dire che il talento lo ha davvero.

Mattia Cremonese non è figlio solo della nostra Associazione Culturale, ma di se stesso e delle tante esperienze che ha intrapreso negli anni. Da subito ho riconosciuto in lui una presenza corporea, mentale ed emotiva che mi hanno profondamente colpito. In lui ho visto affidabilità, serietà, passione, dedizione e una certa elasticità, che gli permetteva di trasformare le mie richieste in azioni ed emozioni, anche con una certa qualità e precisione, facendomi pensare che fosse davvero un ragazzo di talento. Così è stato, a quanto pare.

Riuscire a coltivare i propri sogni è la strada maestra che porta alla felicità e a sentirsi sempre orgogliosi di se stessi. Tutti quelli che nella loro vita sono riusciti a combinare qualcosa di importante, sono persone che non hanno solo sognato ma che ci hanno creduto fino in fondo, perchè nulla oggi è irraggiungibile. Basta solo essere pronti a spiccare il volo al momento più opportuno. 

 

 

 

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27 marzo Giornata Mondiale del Teatro.

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"Il Teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali". Vittorio Gasman.

Come ogni 27 marzo ricorre la Giornata Mondiale del Teatro, evento annuale che celebra quest'arte millenaria in tutto il mondo e che, per la seconda volta consecutiva in quarantanove edizioni, si festeggerà con i palcoscenici vuoti e le sale teatrali ancora chiuse a causa della pandemia da Coronavirus. 

Questa ricorrenza vede le sue origini a Vienna, nell'anno 1961, in occasione del IX Congresso Mondiale dell'Istituto Internazionale del Teatro.
Fu proprio in quell'occasione che lo scrittore nord europeo Arvi Kivimaa, a nome del Centro Finlandese, propose la creazione di questa manifestazione. 

A partire dall'anno successivo, la Giornata venne celebrata con costanza e dedizione dai Centri Nazionali dell'Istituto Nazionale del Teatro, allo scopo di allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l'opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell'amicizia tra i popoli. 

Ogni anno, una personalità di spicco del mondo del teatro, o un'altra figura conosciuta per le sue qualità di cuore e spirito, è invitata a dividere le proprie riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli. Questo messaggio internazionale viene poi tradotto in diverse lingue, per essere letto davanti a decine di migliaia di spettatori prima della rappresentazione della sera nei teatri di tutto il mondo, oltre ad essere stampato nelle centinaia di quotidiani e diffuso da radio e televisioni sui cinque continenti. Jean Cocteau poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, regista ed attore, fu l'autore del primo messaggio internazionale diffuso nel 1962.

Il mondo del Teatro ai tempi del Coronavirus.

Sale vuote, eventi annullati, molte incertezze sul futuro. Colpito al cuore da chiusure e distanziamenti, quello della cultura è uno dei settori più travolti dall'emergenza Covid-19. L'intero comparto ha subito un duro contraccolpo. Le figure messe in difficoltà da questa pandemia sono molteplici: attori, cantanti, attrezzisti, registi, ballerini, orchestrali, scenografi, parrucchieri, sarti, truccatori, tecnici audio e video. 

Stiamo parlando di numeri importanti di un intero settore che, ancora oggi, viene spesso considerato superfluo se non addirittura inutile. Da uno studio effettuato dalla Fondazione Centro Studi Doc si evince che circa il 90% dei lavoratori dello spettacolo sono attualmente fermi e quasi abbandonati a loro stessi. 

Il Teatro non nasce dove la vita è piena, il Teatro nasce dove ci sono delle ferite" scriveva l'attore, drammaturgo e regista Jacques Copeau e, allora, è proprio da queste parole che l'Associazione Culturale Teatro del Cuore vuole pensare che questo deserto che vediamo intorno a noi possa diventare un humus, terreno fertile per far tornare la necessità e la voglia di teatro ad un popolo ormai stanco di incontri virtuali e di dover sottostare al coprifuoco serale. 

Il Teatro è luogo d'incontro: dal vivo tutto è diverso, certe emozioni non si possono nascondere. Non parliamo solamente dell'attore sul palcoscenico ma del pubblico, parte integrante e levito della buona riuscita di una rappresentazione.

"Quando non c'è il pubblico, è come se all'opera teatrale mancasse un personaggio". Fabrizio Caramagna. 

 

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