Liberaci dal Male. 20 luglio 2022. Auditorium Canossiano Feltre

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Il mese di luglio? Si apre con l'annuncio di un imperdibile evento culturale! L'Associazione Teatro del Cuore di Feltre e Belluno presieduta dall'attore, drammaturgo e regista Roberto Faoro, presenta mercoledì 20 luglio alle ore 21 presso l'Auditorium dell'Istitituto Canossiano di Feltre, Liberaci dal Male. Letture, dialoghi e scene tratte dalle opere di Luigi Meneghello, nel centenario della sua nascita (1922 - 2022). Musiche di scena a cura di Sergio Marchesini e Francesco Ganassin.

Gli attori Giuliana Musso e Mirko Artuso tra letture, monologhi e dialoghi, rievocheranno la prosa promettente del famoso scrittore vicentino, tra risate e malinconie, partite a pallone, iniziazioni amorose, ave marie, penitenze.

Attraverso le parole di Meneghello sarà possibile scoprire l'evoluzione della provincia del nord est, nel pieno della trasformazione avvenuta da civiltà contadina a civiltà sempre più moderna e industrializzata. Protagonisti della scena l'umorismo e la risata, con una leggera punta di tragedia.

Info e prenotazione biglietti presso l'Ufficio Turistico di Feltre - Piazza Vittorio Emanuele II n. 21, telefono: 0439 2540.

Luigi Meneghello. Profeta di un linguaggio nuovo.

Luigi Meneghello nasceva a Malo (VI) il 16 febbraio 1922. Partigiano, accademico, scrittore di romanzi e saggi, traduttore, divulgatore culturale. Ottenuta la maturità classica al Liceo Pigafetta di Vicenza nel 1939, si iscrisse alla facoltà di lettere presso l'Università degli Studi di Padova.

Appena un anno dopo partecipò ai Littorali della Cultura, dove vinse il concorso di dottrina fascista. Dal 1940 al 1942 lavorò intensamente nella redazione del quotidiano di Padova II Veneto. Nel 1943 viene inviato alla Scuola Ufficiali Alpini a Merano, mentre all'inizio del 1944 contribuì alla formazione di un reparto partigiano che si richiamava al Partito d'Azione, vicende poi narrate nel romanzo autobiografico I Piccoli Maestri (1964).

Dopo la liberazione, conseguì la laurea con una tesi dal titolo "Il problema della filosofia e della cultura moderna", con il massimo dei voti e la lode. L'opera che inaugura la sua promettente carriera di scrittore è Libera nos a malo (1963), rappresentazione della vita e della civiltà del suo paese natale. 

A queste due prime opere seguirono Pomo Pero (1974), Fiori italiani (1976), Bau Sète (1988). Da ricordare poi anche gli scritti sul rapporto fra la lingua parlata e scritta, dialetto e lingua letteraria: Jura. Ricerche sulla natura delle forme scritte (1987), Leda e la Schioppa (1988), Maredè, Maredè... Sondaggi nel campo della volgare eloquenza vicentina (1990), Trapianti. Dall'inglese al vicentino (2002).

Nel 2003 Meneghello è stato insignito dall'Università degli Studi di Perugia della Laurea Honoris Causa in Lingue e Culture Straniere.

Luigi Meneghello viene trovato morto nella sua abitazione di Thiene il 26 giugno 2007. A ucciderlo un attacco di cuore. Nella sua carriera è stato il profeta di un linguaggio nuovo, che univa la morbidezza liquida del dialetto vicentino, un italiano colto e persino l'inglese. 

 

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"A proposito del Teatro". Tre interviste a personalità illustri del settore.

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In attesa della futura riapertura dei teatri e della ripresa degli spettacoli dal vivo, l'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno e Dolomiti Lab S.r.l. Impresa Sociale, ente del terzo settore che ha aperto lo spazio d'innovazione Dolomiti Hub a Fonzaso, organizzano insieme un'occasione di dialogo e approfondimento sul mondo del teatro e dello spettacolo italiano, attraverso alcune tra le sue personalità più rilevanti. 

L'associazione Culturale Teatro del Cuore promuove da oltre vent'anni la cultura teatrale nel territorio delle Dolomiti Bellunesi organizzando corsi di teatro, di lettura espressiva, dizione e scrittura creativa per adulti e giovani. 

Dolomiti Hub, invece, nonostante sia nato solo nel 2020, ha già al proprio attivo un notevole palinsesto di eventi culturali, sia in presenza sia online, e nei prossimi mesi nell'ex opificio in via Monte Vallorca 9 a Fonzaso, dopo un percorso di rigenerazione in corso, aprirà anche una sala teatro e cinema. 

Dalla sinergia tra queste due realtà culturali e dalla comune considerazione del teatro come "arte dell'incontro" ed elemento di socialità culturale, nasce così una rassegna monotematica di tre eventi online, dal titolo "A Proposito del Teatro", che in tre venerdì sera di questo mese (16, 23 e 30 aprile) alle ore 21.00 vedrà come protagonisti un attore pluripremiato (Tindaro Granata), un pluripremiato regista (Alessandro Serra) e un importante critico teatrale (Claudia Cannella), tutti intervistati dal poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore feltrino Roberto Faoro.

Le conversazioni online, a cui si potrà partecipare gratuitamente collegandosi alla pagina Facebook o al canale Youtube di Dolomiti Hub, consentiranno al pubblico appassionato di teatro di guardare questo linguaggio artistico da una prospettiva diversa, oltrepassando la linea che divide palco e platea, ascoltando la voce di chi gli da forma come regista, attore o critico.  

Il programma

16 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A TINDARO GRANATA.

Nato a Tindari (ME) nella seconda metà del 900, si diploma all'Istituto per Geometri di Patti e, appena ventenne, si imbarca su Nave Spica in qualità di Meccanico Artigliere. Dopo aver trascorso un anno in mare, nel 1999 si trasferisce nella Capitale con il sogno di iniziare a fare teatro. 

Pur non avendo alcuna formazione accademica, il suo percorso inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo "Pulcinella". A seguito di un grave incidente ad un ginocchio, fu costretto a sospendere la sua attività per un periodo di tempo prolungato, ricominciando con fatica, ma trovando sempre sulla strada professionisti che l'hanno aiutato a rimettersi in gioco, continuando a crescere. 

Nel 2009 si trasferisce a Milano dove incontra Carmelo Rifici, con il quale inizia una proficua collaborazione in diversi spettacoli come "Il Nemico" e "La Testa del Profeta" per il Festival di San Miniato, "Il Gatto con gli Stivali" e "Giulio Cesare" messi in scena al Piccolo Teatro di Milano, "Federa" di Euripide per il Festival del Dramma Antico di Siracusa. 

In veste di drammaturgo / regista / attore esordisce nel 2011 con "Antropolaroid" uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, che gli vale la "Menzione Speciale" al concorso Borsa Teatrale Anna Pancirelli, il Premio "ANCT 2011" conferito dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come "Miglior Spettacolo d'Innovazione" e, infine, il Premio "Fersen" in qualità di attore creativo. 

23 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA AD ALESSANDRO SERRA.

Avvicinatosi al mondo del teatro attraverso gli esercizi di trascrizione per la scena delle opere cinematografiche di Ingmar Bergman, si forma come attore a partire dallo studio delle azioni fisiche e dei canti vibratori nel solco della tradizione di Grotowski, per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho'Id e Decroux

In seguito integra la sua formazione teatrale con le arti marziali, disciplina che pratica sin da giovanissimo. Nel frattempo si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo all'Università la Sapienza di Roma, con una tesi sulla drammaturgia dell'immagine. 

Nel 1999 fonda la Compagnia TeatroPersona, con la quale comincia a mettere in scena le proprie opere che scrive e dirige, curandone scene, luci e costumi. Tra il 2006 e il 2011 il suo costante lavoro di ricerca sulla scena come puro fatto metrico, si concretizza in una trilogia del silenzio composta dagli spettacoli Beckett Box, Trattato dei Manichini (Premio ETI Nuove Creatività e Premio di Scrittura di Scena Lia La Pini) e Aure.

Nel 2009 prende forma la sua prima opera per l'infanzia, il Principe Mezzanotte, presentato in oltre 20 repliche in Italia e all'estero. 

Nel 2013 crea il "Grande Viaggio" (Premio del Pubblico al FIT Festival di Lugano), mentre nel 2015 L'Ombra della Sera" e "H+G", premio Eolo 2015. 

Ma il successo della sua carriera arriva nel 2017 con lo spettacolo "Macbettu", tratto dall'opera di Shakespeare e recitato in lingua sarda, che gli vale il Premio ANCIT 2017 come miglior attore dell'anno. Al MESS Festival di Sarajevo Macbettu trionfa con la Golden Mask - Oslobodenje, oltre al Luka Pavlovic Theater Critics e, infine, il Grand Prix Golden Laurel Wreath Award ad Alessandro Serra, come miglior regista. 

30 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A CLAUDIA CANNELLA.

Attuale presidente di Hystrio - Associazione per la Diffusione della Cultura Teatrale, si laurea in Lettere Moderne all'Università di Pavia, conseguendo il dottorato di ricerca in Storia del Teatro all'Università di Firenze. Giornalista pubblicista dal 1992, è collaboratrice fissa per quanto riguarda il teatro di prosa del Corriere della Sera e del suo inserto ViviMilano. 

Sempre in ambito teatrale ha collaborato con Pass Milano, Ridotto, Ricordi Oggi, Il Castel di Elsinore, Drammaturgia, Il Patologo, Teatri della Diversità, oltre che con la Scuola Paolo Grassi, con il Teatro Franco Parenti, con l'Università Statale / Scienza della Musica e dello Spettacolo e con il Comune di Milano, dove è entrata anche a far parte della Commissione di Valutazione del Sistema delle Convenzioni Teatrali. 

Moderatrice dal 2017 degli incontri con gli artisti della Biennale Teatro di Venezia, ha fatto e tuttora fa parte della giuria di alcuni premi teatrali come Premio Hystrio, Premio UBU, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT). Dal 2016 riveste anche il ruolo di vice presidente ANCT. 

 

 

 

 

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Victor Hugo "Il teatro non è il paese della realtà".

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"Il Teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto la terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco". 
(Victor Hugo)

Victor Hugo, uno strumento ribelle in nome dell'umanità.

Il maggior esponente del Romanticismo francese! Nato agli inizi dell'Ottocento dal generale Joseph Leopold Hugo e da Sophie Trebuchet, Victor Hugo trascorre l'infanzia quasi sempre in viaggio, al seguito delle campagne militari dal padre in Corsica, all'Elba e in Spagna, dove per un anno fu scolaro del prestigioso Collegio dei Nobili a Madrid. Dei vari luoghi visitati, serberà la memoria per tutta la vita. 

Dal 1815 al 1818, visse a Parigi nel Convitto Cordier, dove l'autoritario padre volle che preparasse gli esami d'ammissione all'Ecole Polytecnique. Ma l'interesse del figlio era ben altro. Hugo uscì dall'istituto con l'idea di dedicarsi alla letteratura, dando vita nel 1819 al foglio "Il Conservatore Letterario"

Nel 1822 convolò a nozze con l'amica d'infanzia Adele Foucher, dalla quale ebbe in seguito cinque figli. Quest'anno segnò anche la pubblicazione della sua prima opera letteraria "Odi e Poesie Diverse", che gli fruttò dal re Luigi XVIII una pensione di 1000 franchi, accresciuta nel 1823 in seguito alla stesura dell'opera "Han D'Islande".

A soli cinque anni di distanza, Hugo scrisse quello che ancora oggi viene considerato il manifesto del movimento romantico in Francia, la prefazione del suo autentico dramma Crowell, una pièce che scardina letteralmente il teatro classico, per mettere in scena le nuove idee romantiche. 

Nel 1829 pubblica "L'ultimo giorno di un condannato a morte", un'acerba critica sulla pena di morte che diventerà una delle battaglie più grandi della vita di questo scrittore. Un anno dopo mise in scena il dramma Errani, musicato poi da Giuseppe Verdi, che rappresenterà il vero trionfo del Romanticismo. 

Nonostante questi prestigiosi successi, la sua produzione letteraria continuò instancabilmente con la composizione di altre opere liriche, teatrali, e il celebre romanzo Notre Dame De Paris (1831) che può essere considerato un vero e proprio affresco storico della pittura di Luigi XI, non molto cambiata da quella di oggi. Una Parigi per lo più contradditoria, come tutte le grandi città, che nella bellissima Cattedrale di Notre Dame riassume l'arte e il cuore del Medioevo, pronta a sfidare il tempo e la stupidità di quei piccoli uomini moderni che osano toccare i monumenti greci. Contro questi vandali, lo scrittore non ha mai posto alcun ritegno. 

La vita di Victor Hugo venne sconvolta nel 1843 da un lutto tragico e doloroso, la morte per annegamento della figlia Leopoldine e del genero. Questo particolare avvenimento abbinato all'insuccesso della sua opera teatrale, lo condusse ad un profondo periodo di depressione che, inevitabilmente, segnò la sua carriera creativa per ben dieci lunghi anni.

Successivamente nel 1852 il colpo di Stato di Napoleone III, costrinse lo scrittore a pagare con l'esilio la sua ostinata opposizione al regime. Di conseguenza, fu costretto a rifugiarsi nelle Isole Normanne, dove vi rimase fino alla tragica fine del Secondo Impero.

Durante questo periodo scrisse una delle sue opere più significative "I Miserabili", pubblicato dopo oltre diciassette anni di instancabile lavoro, oltre a "L'uomo che ride", "I lavoratori del mare" e "La leggenda dei secoli". Dopo la caduta di Napoleone III, Victor Hugo fece rientro a Parigi, dove venne accolto trionfalmente e onorato come vate della Patria.

Il 22 maggio 1855 segna la data della morte di questo illustre scrittore, poeta e drammaturgo, ritenuto il maggior esponente del Romanticismo francese. Le sue esequie furono un'apoteosi: la sua salma venne lasciata per una notte intera sotto l'Arco di Trionfo dei Campi Elisi, vegliata costantemente da dodici poeti. 

 

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Teatro, scuola dell'anima. Vincere la timidezza e diventare più consapevoli.

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Lo spazio del laboratorio è quel luogo straordinario, protetto, contenuto, dove le parole, le emozioni e le azioni non hanno conseguenze sulla vita, almeno non direttamente; è una palestra dove ci si può allenare nello scambio di parole, azioni, emozioni. Gli esercizi servono a sperimentare condizioni di apertura corporea ed emotiva e la ripetizione serve a far sì che esse divengano automatismi, quindi ricchezza personale.

In oltre vent'anni dedicati alla conduzione di laboratori teatrali, ho avuto modo di vedere quali siano i benefici dell'arte scenica, a volte molto evidenti: essa migliora l'autostima, la consapevolezza di se: con l'esercizio, si smussano forme di timidezza a favore della capacità di parlare in classe o in pubblico. 

La sala dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore è punto di riferimento per i ragazzi, per gli adulti e per i genitori, ma spesso anche per gli psicologi dell'età infantile e dell'adolescenza che consigliano, anche a giovani con piccole difficoltà, di affiancare al loro percorso quello teatrale.

Per questo in sala, l'obiettivo è quello di creare una ambiente privo di giudizi e competizioni, un luogo in cui poter sbagliare e ricominciare. In questo, cerco di essere un catalizzatore, nel senso che tento di creare un'atmosfera che consenta piccole scoperte e liberazioni. Il teatro è relazione, con se, con gli altri e con il pubblico, un luogo in cui è possibile viaggiare nel tempo, nello spazio.

Come diceva Michail Cechov: "Il teatro è il luogo in cui l'utopia, il sogno possono farsi carne anche se per un breve istante" e, basandosi proprio su questi principi, il motto che guida questo lavoro, anche all'interno dei laboratori è: "Qualsiasi via è soltanto una via e non c'è nessun affronto a se stessi o agli altri nell'abbandonarla, se questo è quello che il cuore ti dice di fare; esamina ogni via con accuratezza e poi poni a te stesso, e soltanto a te stesso, una domanda: questa via ha un cuore? Se lo ha la via è buona, se non lo ha non serve a niente."

Del resto, lo diceva anche il Piccolo Principe di Saint Exupèry: "Non si vede bene se non con il cuore". Da queste basi è salpata l'idea di un Teatro che non fosse solo momento narcisistico o esibizionistico, ma un mezzo per entrare in relazione con se stessi e gli altri; dove gli altri non siano meri oggetti per il nostro piacere di attori ma fratelli e sorelle che insieme agli artefici, traghettatori, intraprendono un viaggio dentro una storia.

Credo che promuovere e dedicare la vita a questo sia una piccola forma di rivoluzione, un messaggio umile ma appassionato ai giovani, che esiste una strada, che una vita diversa possa trovare una via, per non essere solo storno buon appetito come chiamava Bach nel gabbiano J. Livingston, cioè quei gabbiani che non cercano nulla nella vita se non il cibo.

Al Teatro del Cuore sono approdati centinaia di giovani, con i loro dolori, le loro speranze, le gioie, gli entusiasmi alcuni si sono diplomati all'Accademia, altri, i più, hanno acquisito autostima, consapevolezza, sicurezza. Qualche tempo fa due giovani hanno realizzato un video in cui hanno espresso questi sentimenti.

Mattia 15 anni racconta:" Ho iniziato a frequentare i laboratori perchè volevo togliere lo schermo che spesso, quasi sempre, mettevo tra me e gli altri. Ora questo problema non ce l'ho più grazie al corso. All'inizio ero timido, introverso, ora mi sento molto più libero di essere me stesso".

E Alyssa conferma lo stesso: "Mi ha aiutato a vincere la timidezza e la paura di stare al centro dell'attenzione. Apprezzo il gruppo che si crea con gli altri, persone con la stessa passione e che non giudicano; le prove sono il momento in cui imparare dai propri errori e quelli degli altri senza sentirsi a disagio".

Aver dato un piccolo contributo alla realizzazione dei sogni dei giovani è la più grande soddisfazione di questo magico mondo del teatro. Roberto Faoro.

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Il Tempo Ritrovato. Poetica della Testimonianza.

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L'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre si rivolge anche alla terza età promuovendo un laboratorio di narrazione autobiografica destinato agli anziani residenti in Case di Riposo o che frequentano i Centri Diurni e Socio - Ricreativi della Provincia di Belluno. 

Da un lato il teatro con le sue tecniche, gli spazi, i tempi e le regole; dall'altro in questo caso ciascun partecipante è chiamato a portare alla luce il proprio patrimonio di vita caratterizzato da esperienze, ricordi e memorie spesso dimenticate, inespresse oppure poco valorizzate, attraverso l'uso della scrittura, della narrazione autobiografica e dello storytelling emozionale.

L'esplorazione nella memoria che riaffiora anche a distanza di molti anni ridando vita a parole, sensazioni, ricordi, testimonianze e immagini ben nitide e precise abbinate all'uso della narrazione, daranno forma alla prima parte del laboratorio caratterizzata dall'apprendimento di alcune tematiche quali ad esempio i giochi di una volta, i balli nel periodo della giovane età, l'esperienza tragica della guerra, le feste e le tradizioni popolari, l'emigrazione veneta, il mondo del lavoro, il ruolo dell'anziano nella famiglia e nella società di un tempo.

Successivamente si proseguirà nella direzione di un confronto tra generazioni: i nonni si faranno promotori di una fabulazione rivolta ai loro nipoti o alle nuove generazioni, raccontando loro storie di vita riproponendo un gesto antico e purtroppo caduto in disuso: la trasmissione alle generazioni di oggi del passato, che ha come scopo stimolare la curiosità e la consapevolezza, quindi raccontare storie popolari nel senso shakespirano della parola, principio base che sta alle radici del Teatro del Cuore. 

Attraverso l'autonarrazione si mette ordine nel vissuto, e questo è un bene.

Fonti d'ispirazione per lo sviluppo del progetto: J. Hillman, Duccio Demetrio. 

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Effetti Collaterali

Pubblicato in Produzioni

Regia: Roberto Faoro

Oggi si fa un gran parlare dell'alcol a volte con ipocrisia, come stile di vita, come momento ricreativo, come collante sociale e indispensabile presenza negli affari, come puro piacere, ma anche come fonte di morte, incidenti stradali, vittime di vario genere.

Effetti Collaterali è uno spettacolo teatrale scritto a più mani, creazione collettiva che ci attraversa tutti e che speriamo tocchi molti. Un esempio di come il Teatro debba tornare a parlare della vita senza esprimere alcuna morale o giudizio, delle angosce, delle gioie e delle paure degli uomini, nella ferma convinzione che il senso più alto del teatro sta nel mettere in scena ciò che tocca davvero la comunità, innescando al contempo un momento di condivisione, riflessione ed emozione. Un Teatro del Cuore insomma. 

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Associazione Culturale Teatro del Cuore Feltre - Belluno.

Pubblicato in Associazione Il Cuore a Teatro

Imparare Divertendosi! Esperienza, professionalità e passione per il mondo del teatro sono stati gli elementi fondanti per la nascita dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore, operativa nella Città di Feltre dal 2007, ma con una storia di successi alle spalle che inizia nel 1995. 

Da oltre vent'anni promuove la cultura teatrale nel territorio delle Dolomiti Bellunesi e non solo organizzando corsi di formazione all'arte del teatro per adulti e ragazzi, di lettura espressiva, dizione, danza e scrittura creativa, avvalendosi della collaborazione di professionisti che credono ancora che l'atto creativo liberi lo spirito, allarghi gli orizzonti della mente e faccia bene al cuore.

Anima e motore dell'Associazione Culturale l'eclettico attore, drammaturgo, regista e formatore Roberto Faoro, laureato in Storia del Teatro con una tesi sul comico Paolo Rossi, oltre agli altri soci storici che costituiscono lo zoccolo duro essendo per sua natura questo sodalizio un contenitore di passaggi di vita, di storie e passioni. Negli anni in questo spazio sono passati tanti aspiranti attori che, dopo aver compiuto un viaggio alla scoperta di se stessi, sono riusciti ad entrare in Accademia, trasformando la propria passione per la recitazione in un lavoro a tempo pieno, preparandosi per il provini.

L'Associazione Teatro del Cuore in questo lungo tempo ha inseguito il suo sogno: dare vita ad un teatro fatto di gioco e divertimento, di immaginari creativi e fantastici, di meraviglia e poesia, in un confronto continuo con la realtà e la contemporaneità. Un teatro comprensibile e accessibile a tutti, affinchè lo spettacolo non sia destinato ad un'èlite di cultori o al narcisismo degli attori, ma trovi la sua ragion d'essere nell'incontro con il Cuore dello spettatore.

Le parole che ci guidano.

Qualsiasi via è soltanto una via, e non c'è nessun affronto a se stessi o agli altri nell'abbandonarla, se questo è ciò che il cuore ti dice di fare. Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione. Provala tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda: Questa via ha un cuore? Se lo ha la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente". C. Castaneda

Un non luogo che affiora ecco cos'è recitare, l'utopia che trova un luogo momentaneo per esprimersi, il sogno che si fa carne, il fantasma che si materializza, la rivoluzione che si realizza, anche se per un tempo breve. M. Cechov

Non si vede bene se non con il Cuore. A. Exupery

Il teatro è relazione con se stessi, con il gruppo e con il pubblico.

Liberi di sbagliare e ricominciare. 

Libertà di essere se stessi, libertà di dire o non dire, libertà di agire, di raccontare con le parole e  con il corpo, libertà di essere e di rappresentare col corpo, un corpo poetico la storia di se e del mondo. Atleti del cuore. Gli attori. 

SCARICA LA PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE TEATRO DEL CUORE

 

 

 

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