Zoom: racconto, condivido, rappresento.
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Il lungo e prolungato lockdown dovuto al protrarsi dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha messo alle strette gli italiani costretti a restare chiusi in casa per diversi mesi, mutando radicalmente le proprie abitudini e attività quotidiane. Da un giorno all'altro la vita si è improvvisamente fermata; le luci delle città sono rimaste sole in mezzo al vuoto delle piazze e strade, le persone si sono lentamente spente. Ma c'è una categoria più delle altre che è stata colpita dalla vastità degli effetti collaterali del coronavirus: la generazione dei millennials, ovvero quella dei nati tra gli anni '80 e il 2000. Loro sono quelli che più di tutti hanno perso ogni punto di contatto e riferimento durante la quarantena: dal gruppo di compagni di scuola alla possibilità di praticare l'attività sportiva abituale, fino alla classica uscita con gli amici al sabato sera. Una modifica così brusca, inaspettata e repentina tanto da gettarli a volte nello sconforto più profondo. Tra le preoccupazioni maggiori dei giovani riscontrate durante il periodo della pandemia, al primo posto c'è quella che riguarda il futuro: i ragazzi, in questo delicato e sofferto momento storico non hanno alcuna solida certezza, hanno perso la voglia di sognare il domani o no?.
Questo è il quadro che emerge dall'indagine "Giovani e Quarantena" promossa dall'Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, Gap, Cyberbullismo) svolta in collaborazione con Skuola.net, che ha intervistato un campione di 9.145 giovani di età compresa tra gli 11 e i 21 anni. Lo studio rivela un considerevole aumento dei disturbi d'ansia e dell'insorgere di stati depressivi tra gli adolescenti, i quali si sentono sempre più soli, poco ascoltati e considerati. Oltre a questo anche il distanziamento fisico - sociale ha contribuito ulteriormente ad alterare il modo di gestire il loro tempo libero a disposizione e, al contempo, di permanenza in casa con i genitori. Quasi 8 ragazzi su 10 hanno dichiarato di aver cambiato l'orario in cui vanno a dormire e quello in cui si svegliano, non riuscendo più a riposarsi come prima a causa della comparsa di alcuni disturbi del sonno che li fanno sentire più stanchi la mattina seguente. Un altro elemento certamente protagonista di questo surreale periodo è il vero e proprio ricorso alla tecnologia digitale, che ha completamente stravolto la didattica e l'apprendimento stesso dei ragazzi con l'avvento della formazione a distanza (FAD). Ma se da un lato per i millennials pc, smartphone e tablet sono stati dei preziosi e validi alleati per rimanere costantemente in contatto con il mondo esterno, il forte senso di solitudine avuto in questi mesi dai ragazzi è l'ennesima conferma che la tecnologia è social, ma per nulla socializzante. Fa sentire soli e non contiene le ansie.
Ma come si può fare a rassicurare i più giovani e a fargli riprendere il desiderio di immaginare un futuro migliore e ancora più prosperoso? Certamente attraverso il teatro in grado di generare e alimentare nuovi contatti umani veri e autentici, riscoprendo principalmente il piacere della condivisione e dello stare assieme vivendo un'esperienza di crescita e consapevolezza di se stessi. Questa è la funzione principale del teatro: creare senza forzature un dialogo e un rapporto umano con gli altri e poi rappresentarlo.
Motivando i giovani a compiere un viaggio partendo dal racconto di come hanno vissuto il proprio periodo di detenzione forzata in casa, il poliedrico attore e regista feltrino Roberto Faoro darà vita ad un laboratorio di teatro della durata di due mesi rivolto a ragazzi e ragazze, propedeutico alla messa in scena di un laboratorio finale (spettacolo aperto al pubblico) che ripercorrerà storie, racconti e testimonianze dirette di una realtà fino a qualche mese fa inimmaginabile e, ora, divenuta parte integrante della nostra quotidianità al punto da modificarla radicalmente, facendo emergere nuovi aspetti e punti di vista ancora inespressi. Al centro di tutto questo l'intelligenza emotiva, ovvero l'abilità di saper dosare e usare le emozioni in modo corretto attraverso la capacità di identificarle, comprenderle e gestirle nei più disparati contesti della vita quotidiana. Esperienza che diventa un laboratorio per chi è in scena (se vuole) e, inoltre, anche per gli stessi spettatori. Perchè il teatro è relazione con sè, con gli altri e con il pubblico. Si può solo raccontare, oppure anche scrivere o lasciare che il conduttore stesso riporti quello che i più giovani gli hanno esposto.
Il laboratorio teatrale è un percorso formativo di pura sperimentazione, un vero e proprio spazio di apprendimento privo di pregiudizi e leadership, in grado non solo di conoscere le più moderne e innovative tecniche di recitazione, ma anche come valido trampolino di lancio per migliorare la propria comunicazione superando eventuali problemi legati alla timidezza oppure alla poca dimestichezza nel parlare in pubblico.
OBIETTIVI DEL PERCORSO FORMATIVO
- Acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni.
- Incrementare il proprio equilibrio e benessere interiore.
- Promuovere e valorizzare la propria autenticità, superando l'insorgere di possibili inibizioni e condizionamenti esterni attraverso la libera espressione di se stessi.
- Migliorare la proprie capacità comunicative e relazionali anche attraverso la gestualità.
DURATA DEL LABORATORIO
Il laboratorio si svolgerà nel periodo estivo (indicativamente da luglio a settembre 2020) in un palcoscenico unico ed esclusivo come quello del Palazzo Borgasio del Comune di Feltre (BL).
DESTINATARI
Al laboratorio di teatro possono partecipare tutti i giovani che hanno voglia di stare assieme. Non serve alcuna esperienza teatrale, basta solamente aver voglia di mettersi in gioco in un ambiente privo di competizione e leadership. Numero massimo di iscritti: 10. Il corso prenderà avvio al raggiungimento di n. 4 (quattro) partecipanti.
DOCENTE
Roberto Faoro - poliedrico attore, drammaturgo e regista italiano vincitore nel 2005 del primo Concorso Nazionale di Arti Sceniche indetto dall'Istituto di Istruzione Superiore Elena Principessa di Napoli, ricevendo la menzione speciale della critica Creo Ergo Sum, mentre lo scorso anno ha portato a casa la menzione speciale al prestigioso Premio Internazionale Salvatore Quasimodo - sezione teatro - con il monologo sulla storia e vicissitudini dei Fratelli Bisaglia.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Per iscriversi al laboratorio teatrale è necessario inviare un'email con i propri dati personali (nome, cognome, data di nascita, telefono) all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre sabato 11 luglio 2020, allegando alla presente contabile del bonifico di € 60,00 al mese (totale € 120,00) da effettuarsi entro e non oltre la data sopra riportata al seguente IBAN: IT77O0814061110000030119920 codice BIC: CCTIT2T38A causale: iscrizione al corso Zoom: racconto, condivido, rappresento.
Si precisa che detto importo potrà essere da noi restituito solamente nel caso in cui non si dovesse raggiungere il numero minimo di 4 (quattro) iscritti, salvo diverso accordo con il partecipante che intenda perfezionare lo stesso il corso individualmente. Per maggiori informazioni è possibile visitare la pagina Facebook Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno, oppure telefonare al numero 347 316 4423 (Roberto Faoro).