Federico di  Giorgi

Federico di Giorgi

Auguri di Buone Feste.

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A tutti gli amici e simpatizzanti dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore, che in questi mesi hanno partecipato ai nostri corsi e/o alle varie rassegne svolte nel territorio delle Dolomiti Bellunesi, porgiamo i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Stiamo già lavorando al calendario delle attività per il 2024. Non appena lo avremo definito, sarà nostra premura darvi avviso. 

Rinnoviamo a tutti i nostri Auguri di Buone Feste. 

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L'albergo dei Nevrastenici. 11 novembre 2023

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Uno spettacolo tratto da un'opera di Gino Rocca! Sabato 11 novembre 2023, alle ore 20:30 presso la Sala Polifunzionale di Voltago Agordino, l'Associazione Culturale Teatro del Cuore presieduta dall'attore Roberto Faoro, porterà in scena "L'Albergo dei Nevrastenici".

Pubblicata per la prima volta nel 1919, questa farsa è incentrata sulle avventure di un gruppo di persone nevrasteniche, desiderose di aprire un albergo per loro stesse, quale occasione per vivere lontano dalle ansie, pressioni e stress della vita quotidiana.

La trama costruita intorno al concetto di nevrastemia, malattia mentale che a quei tempi era assai diffusa e vista come una sorta di eccentricità, si basa su una serie di esilaranti situazioni divertenti e assurde, spesso al limite del grottesco, per rappresentare questo bizzarro mondo in cui i personaggi vivono. Vi aspettano quindi Astenoide, Volturia Cip Guizzetti, la signora delle scosse, Alda Salario.

Un lavoro comico, che non si pone nessun obiettivo se non quello di ridere delle nostre folli manie e tic, per dimenticarci, come dichiarò lo stesso Rocca nella prefazione, almeno per un'ora degli orrori della guerra.

Ingresso a offerta libera. Per maggiori informazioni sullo spettacolo: 347 316 4423. 

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Giulio Casale. Omaggio al Signor G.

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Il genio libero e ribelle del Signor G rivive a teatro! Giovedì 23 ottobre 2023 alle ore 21 presso l'Auditorium dell'Istituto Canossiano Vittorino da Feltre, Giulio Casale porterà in scena Anche per oggi parla Gaber.

Uno spettacolo estroso, sincero e scoppiettante, che saprà rievocare nella mente degli spettatori l'assenza nella società odierna di un intellettuale e uomo di scena come Giorgio Gaber.

Informazioni & Prenotazioni biglietti.

  • Ingresso unico € 15,00.
  • Ingresso tesserati Associazione Culturale Teatro del Cuore € 10,00.
  • Prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • Biglietteria Auditorium aperta dalle ore 20:00 

Chi era Giorgio Gaber.

Giorgio Gaberscik (in arte Gaber) nasce a Milano nel 1939, da una famiglia di emigrati veneto - friulani trasferitisi in Lombardia per trovare migliori condizioni di vita.

Sin da bambino, si diverte a suonare la chitarra assieme al fratello Marcello. Fu così che decise di entrare nella band Rock Boys, dove ebbe l'onore di conoscere Adriano Celentano ed Enzo Jannacci, il quale diventerà grande amico per la vita.

Notato presto dalla Ricordi, firma un contratto come solista, esordendo finalmente come Giorgio Gaber. I primi successi non tardano ad arrivare: nel 1960 con la pubblicazione di Non arrossire, poi è la volta di La Ballata del Cerutti e di Troni a Gogò.

Nella sua promettente carriera, partecipa a quattro edizioni del Festival di Sanremo, per poi approdare in televisione. Poi non manca il Teatro canzone ideato in collaborazione con Sandro Luporini. 

Un vero e proprio concentrato di musica e drammaturgia, che lo vede portare più volte sul palcoscenico il Signor G. Spettacolo nel quale alterna canzoni a monologhi profondi e leggeri, che toccano tematiche estremamente importanti.

Ironico, ruvido, spavaldo, istronico. Nel corso degli anni è stato definito "anarchico", "vate dei cani sciolti", l'"Adorno del Giambellino", ma qualsiasi etichetta risulta ancora oggi insufficiente a riassumere la sua forte personalità.

Gaber si è spento il primo gennaio 2003 nella sua residenza di Camaiore (Lucca). La salma riposa al Cimitero Monumentale di Milano, accanto all'affetto di coloro che hanno contribuito a rendere grande la metropoli lombarda. 

 

 

 

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Lo sanno loro. Teatro Comunale tutto esaurito.

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Il rispetto dell'ambiente? È garanzia di vita! Sessant'anni dopo la tragedia del Vajont, Longarone non dimentica. Lo sconforto e il dolore sono ancora impressi nella memoria degli abitanti del Comune situato in Provincia di Belluno, che la sera del 09 ottobre 1963 fu letteralmente travolto da una frana causando la morte di 1.917 persone, di cui 487 bambini.

Lo scorso lunedì il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato ufficialmente il via alla cerimonia di commemorazione, presso il cimitero di Fortogna.

Il capo dello stato nel suo discorso ha parlato di "silenti monumenti alle vittime, a quelle inumate nei cimiteri, a quelle sepolte nei greti dei corsi d'acqua, sulle pendici: donne, uomini, bambini".

Si è poi recato alla diga, dove ha percorso in rigoroso silenzio e visibilmente commosso la passerella, onorando le vittime della frana.

In serata al Teatro Comunale di Belluno, è andato in scena lo spettacolo Lo sanno Loro, che ha registrato il tutto esaurito, con una lunga e ordinata fila di persone che aspettavano intrepide di entrare in sala con largo anticipo, per prendere parte all'orazione civile.

Lo spettacolo il cui titolo ha come testo base l'azione di teatro civile Vajonts, realizzata a cura di Marco Paolini e Marco Martinelli, è stato diretto dall'attore, drammaturgo e regista feltrino Roberto Faoro, il quale ha saputo creare un lavoro concentrato attraverso la voce e l'interpretazione autentica di svariati attori, che hanno condotto gli spettatori verso un finale toccante e davvero potente.

Un telo di naylon steso sul palcoscenico, introduce le ragazze di Danzaoltre. Poi la domanda fatidica che rimbomba e scuote le colonne del teatro: "Quanto vale un metro cubo d'acqua?". Quesito che entra dentro il cuore e l'anima degli spettatori.

Un susseguirsi di immagini scorrono, accompagnate da effetti sonori che animano l'aria della serata. A seguire un elemento forte toglie ancora una volta il respiro: una fila di 10 seggiole vuote. Sono rivolte al pubblico.

Dall'alto improvvisamente calano 13 vecchie lampade a filo, mentre alcune paia di scarpe cadono dal soffitto.

La maestria di Roberto Faoro lascia ad ognuno la risposta su chi davvero ci sia seduto, su cosa dicano quei posti vuoti in mezzo ad una folta platea di gente.

Sono forse le vittime? Oppure i tecnici e i politici responsabili della rovinosa caduta del Toc nell'invaso? Di certo sono persone che appartengono al passato.

A conclusione della serata, lo stesso Faoro sottolinea che "c'erano oltre mille persone che avrebbero voluto essere qui questa sera, ma il Teatro non può ospitare tutti". Per questo, al momento non si esclude una possibile replica dello spettacolo. 

Vajont: il ricordo a Belluno con lo spettacolo Lo sanno Loro. 

https://youtu.be/4ShOaYAdxB0?si=gIO0zt7pWM9csSOi

 

 

 

 

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