Nemmeno con un fiore. Letture di Roberto Faoro.

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Il 25 novembre? Si celebra la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne! Importante occasione di dialogo e confronto per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi, ma anche per combattere discriminazioni e disuguaglianze di genere.

In occasione di questa ricorrenza l'Associazione Culturale Teatro del Cuore organizza, in collaborazione con il Comune di Feltre, l'evento culturale "Nemmeno con un fiore".

Alle ore 17:00 presso il Polo Bibliotecario Feltrino il noto regista e attore Roberto Faoro leggerà una selezione di brani tratti dal libro di Loredana Lipperini e Michela Murgia "L'ho uccisa perchè l'amavo (falso!)".

L'incontro ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, si concluderà con un momento di riflessione promosso in collaborazione con l'Aulss 1 Dolomiti.

Delitto passionale, raptus, gelosia, depressione, scatto improvviso d'ira. Il libro edito da Laterza nella collana Idòla, esamina la scelta delle parole utilizzate da chi ogni giorno racconta i fatti di cronaca nera: televisioni, carta stampata, web, che continuano a parlare di amore, a definire una relazione quello che in realtà è solo possesso e continua gelosia.

Se ci pensiamo la violenza contro le donne presenta profonde e radicate radici culturali inserite talmente in profondità nel sentire collettivo, che riesce a tutti noi molto complesso comprenderne l'esistenza. Basti pensare ad esempio alla parola cacciatore.

Nel gergo comune il vocabolo viene spesso associato allo stereotipo di un uomo che si rapporta ad una donna. Non c'è alcun dubbio che possa far piacere se qualcuno prova interesse e desiderio di fronte alla bellezza di un volto femminile, ma allo stesso tempo dietro ad un cacciatore c'è una preda. Quest'ultima designa sempre chi viene ucciso.

Alla luce di questo ecco che dobbiamo imparare a parlare della realtà dei fatti lasciando da parte false abitudini, emozioni letterarie o musicali ad altri momenti e contesti.

Dobbiamo invece sforzarci ad utilizzare un linguaggio veritiero privo di pregiudizi e luoghi comuni, evitando quindi di assimilare lo stupro ad una relazione sentimentale. Raccontare tutti i fatti e non solo quelli che generano audience o notizia, dando informazioni reali e concrete evitando di raccontare storie. 

Trovare le giuste parole (e riappropriarsene) è il primo passo da compiere per cominciare una presa d'atto comune su qualcosa che si stenta ancora a definire fenomeno sociale, ma che nell'esteriorità lo è ( se considerato a livello sociologico): il femminicidio.

Secondo le due autrici si deve fare ancora chiarezza sul termine, che risulta indigesto per molte persone (di entrambi i sessi) ma quanto mai efficace e veritiero se considerato per quel che è. 

 

 

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